di Giorgio Fea e Silvia Sandrone
La croce confinaria di Pera Crosà sul Truc Monsagnasco.
Le antiche frontiere
Fin dalle origini della frequentazione umana delle Alpi occidentali la Valle di Susa ha rappresentato una via di penetrazione verso le regioni più interne della catena montuosa e, da lì, verso l’Europa centrale.
Una frontiera ante litteram è stata individuata, per il periodo protostorico, in corrispondenza dello scalino glaciale di Susa che segna una cesura nello sviluppo dell’asse vallivo. Già prima dell’occupazione romana del territorio, il limite tra mondo alpino e pianura era sceso a ridosso di quest’ultima, come dimostra l’esistenza della stazione doganale collocata finibus Cotti (ai confini [del regno] di Cozio).
Dal III secolo la difesa dell’impero prevedeva lo sbarramento delle principali valli con difense (clausurae) il cui massimo sviluppo fu raggiunto fra IV e V secolo; dopo la caduta dell’impero romano, il loro significato difensivo sopravvisse fino alla dominazione longobarda, per poi cessare repentinamente.
Infatti, con il periodo carolingio il ruolo delle Alpi come confine militare non era più giustificato dal nuovo assetto politico territoriale e a questo profondo cambiamento si collegava la trasformazione delle chiuse da sbarramento militare a luogo di esazione dei pedaggi. La chiusa valsusina mantenne comunque a lungo un ruolo di confine e di preciso riferimento geografico. La sua scomparsa avvenne solamente nel corso del XII secolo, quando fu sostituita, come riferimento geografico qualificante della strada della Valle di Susa, dal paese di S. Ambrogio.
In seguito si assiste a frequenti avanzamenti ed indietreggiamenti della linea di demarcazione tra le diverse entità statali gravitanti sulla bassa valle, ma con una tendenza al suo spostamento verso monte legata alla progressiva affermazione territoriale della dinastia sabauda.
La storia moderna della frontiera
La pace firmata ad Utrecht nel 1713 al termine della guerra di successione spagnola stabilì, per la prima volta, una delimitazione frontaliera ufficiale tra il Ducato di Savoia ed il regno di Francia, con la fissazione della linea di confine lungo la displuviale alpina.
Gran parte dell’alta Valle di Susa passava ai Savoia, ma solo nel 1760 la firma di un nuovo accordo permise finalmente l’avvio delle operazioni di demarcazione sul terreno, realizzate mediante l’apposizione di termini e cippi datati e numerati, in seguito sottoposti a verifica (1823, 1999).
Gli altri confini
Mentre nell’area della Collina morenica i confini politici hanno lasciato tracce solamente nei documenti d’archivio, quelli amministrativi sono ancora presenti. Un piccolo masso sul Truc Monsagnasco reca infatti una croce (che dà il nome al masso Pera Crosà) incisa il 23 aprile 1330 per segnare il confine comunale tra Rivoli e Rivalta, mentre nel territorio di Reano almeno due massi recano la data 1740, associata ancora ad una croce, sul confine comunale con Rivoli.