TRUC CASTELLAZZO – LA CROCE SULLA PIETRA

di Gino Gallo

A poca distanza dalla cima piatta del Truc Castellazzo (m. 396 s.l.m.), uno dei rilievi della collina morenica in territorio di Rivalta di Torino, si trova una pietra di poco più di un metro quadrato di superficie e poco sporgente rispetto al terreno circostante, sulla quale è incisa in bella evidenza una croce con i bracci tutti uguali che terminano ognuno con un’altra croce a forma di tau. Questo tipo di croce viene definita “potenziata”.
Quando e perché sia stata incisa la croce non è dato  sapere, ma si può ipotizzare che anticamente la cima del Castellazzo fosse un luogo di culto pagano dove si celebrava anche il culto delle pietre. L’incisione potrebbe essere avvenuta in epoca medievale quando, dopo la condanna del culto delle pietre da parte della chiesa cattolica, presero il via processi di cristianizzazione dei luoghi dove si era svolto il culto delle pietre, attraverso l’incisione su di esse del simbolo della croce.

Diversamente dalle altre cime dei rilievi collinari rivaltesi, tutte tondeggianti, la cima del Truc Castellazzo è piatta, conseguenza evidente di un antico lavoro di sbancamento.
Le sorprese su questa collina però non finiscono qui: un fossato largo alcuni metri corre per un lungo tratto attorno alla collina, pochi metri sotto la cima stessa. Questo potrebbe essere stato scavato per contenere una recinzione a difesa di una torre costruita sulla cima della collina, torre della quale parla il rivaltese Alberto Bonsignore nel suo romanzo storico del 1906, “Maria Orsini – Storia del 1706”, dove, racconta l’autore, sarebbe morto Roberto, uno dei protagonisti del romanzo.
Altri elementi di curiosità su questa collina si hanno da quanto ho avuto modo di sentir raccontare a proposito di alcuni scavi archeologici (quasi sicuramente non autorizzati), effettuati in loco, durante i quali sarebbe stata rinvenuta  l’impugnatura di una spada munita di elsa, rinvenimento collegabile al cavaliere Roberto, citato in precedenza.